Sto
rifacendo la punta al pensiero,
come
se il filo fosse logoro
e
il segno divenuto opaco .
Gi
occhi
si
consumano come matite
e
la sera
disegnano
sul cervello
figure
appena sgrossate e confuse .
Le
immagini oscillano
e
il tratto si fa incerto,
gli
oggetti si nascondono :
è
come se parlassero
per
enigmi continui
ed
ogni sguardo
obbligasse
la mente a tradurre .
La
miopia
si
fa quindi poesia,
dovendosi
avvicinare al mondo
per
separarlo dalla luce .
Anche
il tempo
subisce
questo rallentamento :
i
gesti si perdono,
i
saluti non vengono colti .
L'unica
cosa
che
si profila nitida
è
la prodigiosa
difficoltà
della visione .
Valerio Magrelli
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