Le
cose e i loro nomi immobili
la
perdita di fiato dopo una corsa
le
rose
con
un profumo indefinibile
che
ripetono ti amo ricordati di me
le
parole immaginabili
non
pronunciabili
mai
dette
meno
che mai leggibili.
E
tutto si dilegua
si
stringe e poi vapora
o
mia evanescente ombra
o
mio riflesso
e
anche tu mia voce approssimata
mia
rosa senza stagione .
Ma
anche nel bel mezzo d'un mattino
sentire
più vicino
un
alito una mano
sentire
che finisce una bufera
che
c'è armistizio tra le parti e i nomi
che
veramente è tempo
che
sia tempo.
Toccare
chiudere la rissa .
(
benevolmente tace e poi sorridere
e
quasi vola via
quel
taciturno aspetto
quella
smorfia contratta
tra
dolore
e
povertà di parole più vere )
E
poi avvicinarsi all' onda
lasciarsi
andare dentro l'acqua
dire
la formula
nominare
la rosa
ascoltare
il mare
il
suo movimento
senza
posa .
Guido
Garufi
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