Sulla
mia pagina scritta,
se
voglio
che
non mi rimorda,
quanto
ancora da rifare !
La
scrissi in fretta .
Se
voglio avanzare un poco,
per
un piccol salto,
che
lunghe lontane rincorse !
Su
e giù,
per
i luoghi e le decisioni,
per
le stagioni
e
per l'eternità,
io
son sempre daccapo,
con
levate di Lazzaro
e
ricadute di convalescente,
coi
miei precoci mattini
esilarati
di vitalità
perpetuamente
guasti :
io
faccio orge di tempo .
Quante
cose cominciate
e
rotte, nella mia vita !
Quante
offerte rifiutate !
Le
mie giornate
sono
frantumi di vari universi
che
non riescono a combaciare .
La
mia fatica è mortale .
Vincenzo Caldarelli
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