La
luce che si era dimenticata
di
se stessa nella spera,
era
una luce ghiacciata,
manomessa
da chissa quale assenza .
Anche
talvolta
la
speranza oblia quello che è ;
non
è più mia
ne
tua o di chicchessia
che
guardi innanzi a sè
e
altro non veda che sprazzi
di
futuro e riflessi di passato
confondersi
in un muro
invalicato
ed invalicabile .
Il
presente
è
un specchio offuscato ?
Ma
la luce
si
oblia anche sui fiori,
su
amori semispenti,
su
dolori cicatrizzati .
Tutto
è dentro e fuori.
Ma
la luce riposa sui suoi allori
anche
nell'ombra,
anche
dove sembra che nemmeno
un
sospetto doloroso la sfiori,
se
sta chiusa in un petto .
E'
che la luce
olezza
anche sui prati
dove
corsero un tempo
i
bei fanciulli
che
si dimenticarono
tornando
di
rendere alla luce i suoi colori,
e
lei che,
se
li tiene in sè nascosti ,
quando
son scomposti,
appare
Iride,
divina
annunciatrice delle favole .
Tutto
è perfetto,
non
la perfezione,
anche
il volo sbilenco
della
rondine
che
torna al suo nido
sotto
il tetto,
la
paura infantile di chi guarda,
prima
di coricarsi, sotto il letto,
e
anche l'acqua
che
corre nel suo alveo
e
trascina la sua liquida luce
verso
chissa mai quale direzione .
E'
la luce che si è dimenticata
di
se stessa perchè
si
è innamorata di ciò
che
nel suo luminoso obblio
fa
ressa in attesa del suo Dio .
Io
resto tra ombra e luce
come
uno sguardo
che
apre
e
chiude le sue palpebre,
come
l'uccello in volo
sbatte
l'ala
volando
verso la luce in ritardo .
Piero Bigongiari
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