Terra
mia nativa,
perduta
per sempre.
Pradiso
in cui vissi
felice,
senza
peccato,
ed
ebbi amiche un tempo
le
bisce fienaiole
più
che gli uomini poi .
Nelle
notti d'insonia,
quando
il mio cuore
è
più angosciato
e
grida
e
non si vuol dar pace,
tu
mi riappari
ed
in te mi rifugio.
Non
memorie io ti chiedo,
ma
riposo ed oblio .
E
dopo tanto errare
godo
in te ritrovarmi,
terra
mia
di
cui porto
l'immortal
febbre nel sangue.
Sempre
più persuaso che tu sola
non
m'abbia mai tradito
e
che il lasciarti
fu
grande follia.
Così
lontana sei,
così
lontana !
Pur
di raggiungerti
e
annullarmi in te
anche
la morte mi sarebbe cara .
Vincenzo
Caldarelli
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