C'è
un raggio di sole
dimenticato
nel bosco :
sanguina
tra le foglie autunnali.
C'è
qualcuno che passa
e
non raccoglie la provocazione.
E'
indizio
o
la lezione che l'oblio è là che soffre
tra
le spine ?
C'è
un sentiero che passa serpeggiando
lì
appresso - che s'inoltra
o
si appresta
a
fuoriuscire dall'intrico ?
Insomma
questa
è una festa
o
più duro
un
martirio per il cuore mendico ?
Nel
delirio
c'è
qualcosa che resta sempre incerto.
Ma
io non dico
-
io non l'ho scoperto -
che
quello che non so.
Forse
è per questo che la foresta
e
chi l'attraversa
sono
una stessa persona ?
Chi
dimentica
quello
che non sapeva ?
E
cosa resta sulla mano ferita
-
s'inoltrava audace tra le spine -,
uno
sticma
o
una più occulta
e
sanguinante ressa del desiderio ?
O
è questo il dono
più
insensato dell'enigma ?
La
via è la stessa:
è
quella non segnata,
di
tracce cancellate,
in
cui anche l'Angelo
non
so se in fuga o smarrito
ha
lasciato solo le piume assolate
delle
sue ali lì impigliate.
E'
questo,
è
solo questo
l'ultimo
barlume
della
felicità alla ricerca di se stessa ?
Chi
rifà i conti trova
che
manca sempre
o
avnaza qialcosa,
dolorosa
alternanza,
al
quoziente .
Drammatico
fra il tutto e il niente
che
cosa mette a frutto nella mente ?
Là
in quel folto
un
fanciullo si china
a
raccogliere una rosa canina .
E'
molto o è poco ?
Non
lo so .
Lo
spia
tra
vespro e vespro l'Angelo pentito,
tornato
ancora una volta indietro .
Così
è usanza del vetro specchiato,
come
nella intrasparenza di un mago,
di
riportare al suo proprietario
l'imago
che, senza lasciarla,
uno,
col
suo passo di danza vi ha lasciato .
Piero
Bigongiari
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