La
maestra aveva chiesto ai suoi piccoli alunni,
della
prima elementare, di disegnare qualcosa di cui
fossero
gioiosi, grati, e frattanto pensava che quei
bambini,
abitanti tutti in un povero quartiere, avevano
in
realtà ben poco di cui essere grati.
Sapeva
che, per la maggior parte, avrebbero disegnato
il
tacchino che ,forse , sarebbe comparso sulla loro tavola
per
la prossima festa, (Thanksgiving) festa del rendimento
di
grazie.
Quel
che sorprese l'insegnante fu il disegno del piccolo
Douglas.
Per
lei Douglas era l'immagine vivente del piccolo misero,
così
sparuto e malinconico, sempre incline a rimanerle
accanto
durante l'ora di ricreazione .
Il
disegno di Douglas era semplicemente questo :
Una
mano, evidentemente, ma la mano di chi ?
La
scolaresca fu affascinata da quell'immagine astratta.
<<
Credo che sia la mano di Dio che ci porta da
mangiare
>> disse un alunno.
<<
E' la mano di un contadino >> disse ul altro
<<
perchè sono loro ad allevare I tacchini . >>
<<
Io credo>> disse un' alunna, sempre molto seria e
categorica
<< che quella mano stia per tutte le mani che
ci
aiutano, ma Douglas poteva disegnarne solo una .>>
La
maestra, lieta di trovare la scolaresca così partecipe,
si
era quasi dimenticata di Douglas .
Si
chinò sul banco del bambino e gli chiese di chi
fosse
la mano.
Douglas
mormorò : << E' la vostra, signora maestra .>>
Tornata
in cattedra, la maestra ricordò che ogni tanto
aveva
preso Douglas per la mano, come spesso faceva
con
gli altri bambini.
Ma
questo gesto doveva aver significato molto di più
per
lui.
Forse,
riflettè la maestra, questa è la mia strenna, è la
strenna
di tutti .
Non
le cose materiali che ci vengono date, ma l'occasione,
per
piccola che sia, di dare qualcosa agli altri .
-
Editoriale del Baltimore Sun-
1962 -
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